L'intelligenza artificiale e il sogno di Alfred Hitchcock
La scrittura della sceneggiatura sostituirà presto l'intero processo produttivo di un film?
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Adesso che possiamo chiedere a Google di trasformare una riga di testo qualsiasi in un’immagine, mi capita spesso di pensare a una frase di Alfred Hitchcock, parte di una risposta a François Truffaut, tratta dal celebre libro intervista di quasi 60 anni fa.
Cito a memoria: “Pianifico la sceneggiatura con molta attenzione, sperando di seguirla esattamente, fino in fondo, quando iniziano le riprese. In effetti, questo lavoro sulla sceneggiatura è, per me, la vera realizzazione del film. Quando completo la sceneggiagtura, il film è già finito nella mia mente.(…) Sogno una macchina IBM in cui da un lato inserisco la sceneggiatura e dall'altro esce il film finito”.
Hitchcock non era uno sceneggiatore, ma seguiva e guidava il processo di scrittura più di ogni altro regista. Comprendeva alla perfezione le dinamiche della drammatizzaione, le questioni relative alla psicologia e all’evoluzione dei personaggi, la distribuzione delle informazioni all’interno del racconto, l’impostazione e la risoluzione dei conflitti nella sceneggiatura e nelle singole scene, e ovviamente tutti i dettagli visuali del film.
Per comprendere il sogno della “macchina IBM” è utile tenere a mente quest’altra citazione Hitchcockiana:
“Ho una mente fortemente visiva. Visualizzo il film fino al montaggio finale. Scrivo tutto questo nei minimi dettagli nella sceneggiatura. (…) Quando finisci la sceneggiatura, il film è perfetto. Ma girandolo perdi forse il 40% della tua concezione originale”
Questo scarto inevitabile tra l’idea pura e originale contenuta nella sceneggiatura e le restrizioni della realizzazione pratica del film è ciò che la macchina IBM avrebbe finalmente eliminato.
E se questo era il sogno di un celebre regista, il quale durante le riprese avrebbe avuto almeno un certo grado di controllo sul modo in cui la sceneggiatura sarebbe stata trasformata nel film, a maggior ragione una macchina simile è stata sognata dagli sceneggiatori di ogni epoca, la cui visione originale del film è sempre stata destinata a essere rielaborata dall’intervento del regista (e dei produttori e degli attori… il cinema è un lavoro di squadra).
La sceneggiatura-film, il testo tradotto in immagini da una macchina, risolverebbe per sempre il dibattito su chi sia l’autore del film (ruolo finora condiviso dallo scrittore e dal regista) e risolverebbe uno dei problemi storici legati alla produzione cinematografica, il cui prodotto finale manterrà per sempre i difetti e gli errori compiuti nel momento della realizzazione (salvo qualche ingenuo tentativo di mettere una toppa vent’anni dopo con un Director’s cut), laddove una produzione teatrale può correggere molti di quei problemi da una replica all’altra. Con la sceneggiatura-film, ogni riscrittura, ma anche ogni piccola correzione a una singola scena, diventa automaticamente un nuovo Screenwriter’s cut.
Certo, quando avremo la sceneggiatura-film perderemo la poesia della Fabbrica dei sogni. Guarderemo Effetto Notte e sospireremo di nostalgia pensando alla macchina produttiva dell’età dell’oro del cinema.
Ma avremo la sceneggiatura-film.
A quel punto però sarà bene scrivere delle buone sceneggiature. Perché oggi, se un film tratto da una propria sceneggiatura non funziona, ci sono decine di persone a cui dare la colpa: produttori, regista, attori. Ma con la sceneggiatura-film, sarete da soli.
Ora, sia che attendiate con trepidazione l’avvento della sceneggiatura-film, sia che vogliate sbrigarvi a scrivere una sceneggiatura prima che questa terribile innovazione prenda piede, potete iniziare a lavorare al vostro film iscrivendovi gratuitamente a questa newsletter (e ricevendo come regalo di benvenuto il pdf del mio Manuale pratico di sceneggiatura); oppure, se siete già iscritti alla newsletter gratuita, prendendo in considerazione il piano a pagamento della newsletter che vi permetterà di scrivere una sceneggiatura in pochi mesi sotto la mia supervisione.