Scrivi il copione, premi invio, ed ecco il film
È iniziata l'età del'oro della sceneggiatura e conviene approfittarne subito.
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Scrivi il copione, premi invio, ed ecco il film.
Per questa settimana avevo in mente un post dal titolo “Come scrivere un road movie”, dedicato alle regole e convenzioni di quel tipo di film. Ho iniziato a scriverlo nei giorni scorsi, poi però la mia attenzione è stata catturata dalle notizie sul grande salto qualitativo nella generazione video della nuova intelligenza artificiale di Google.
Avevo scritto di questi temi un paio di mesi fa, citando quella dichiarazione in cui Alfred Hitchcock, negli anni ‘60 auspicava l’invenzione di una macchina capace di trasformare la sceneggiatura in un film stampato su pellicola, bypassando completamente la fase delle riprese, ma partendo dal presupposto che le immagine generate dall’intelligenza artificiale erano sempre migliori, mentre per dei video di qualità sarebbe stato necessario attendere ancora un po’.
Credo di dover correggere leggermente quella mia posizione, implicita nel vecchio post. C’è senz’altro ancora molta strada da fare per produrre un grande film scrivendo un semplice prompt di istruzioni, ma per la creazione di video con ambizioni minori la tecnologia è ormai “good enough”.
Certo, fa ancora alcuni errori grossolani che devono essere corretti a posteriori. Ma quel lavoro di correzione è già adesso meno faticoso e meno dispendioso rispetto a organizzare delle riprese dal vivo. E sappiamo bene che quando una tecnologia è “conveniente e abbastanza buona” tende a prendere il sopravvento.
In questo video improvvisato di 8 secondi su un’attrice digitale che non ha bisogno di una troupe per portare a termine un film, ma chiede dei buoni dialoghi, ho concentrato le mie istruzioni sul suocamminare verso lo spettatore, il movimento delle mani, l’espressione rassegnata al termine della scena. Questo tipo di note di direzione, se inserite nel prompt, fanno la differenza.
(Se non lo specifichiamo, Veo 3 di Google tende a tradurre automaticamente i dialoghi in inglese, non sempre correttamente. Richiedendo specificamente la lingua italiana c’è un maggiore rischio di errori di pronuncia, ma ripetendo l’operazione si possono ottenere dei buoni risultati).
Successivamente ho provato a inserire piccoli brani di sceneggiature, nel formato tipico di una sceneggiatura cinematografica, e i risultati sono stati misti, talvolta incoraggianti, altre volte bisognosi di notevoli rielaborazioni delle istruzioni inserite.
Per il momento non ho potuto lavorare a molti video, né a video di durata maggiore di 8 secondi. E la durata fa una grande differenza perché, in 8 secondi, o metti pochissime parole di dialogo, o il dialogo sarà accelerato per stare nei tempi previsti e perderà di naturalezza. Continuerò a sperimentare nei prossimi giorni e magari vi aggiornerò giovedì prossimo.
Ma almeno in una occasione, un video che ho tratto da una scena della sceneggiatura di “Io e Annie” (che, stupidamente, non ho salvato e non posso incorporare) sono stato colpito dalla qualità della “delivery” della battuta di un personaggio. Anche sui dialoghi si può lavorare con delle note di direzione di cui il software sembra tenere conto.
Ciò che mi appare evidente è che padroneggiare gli strumenti stilistici della scrittura cinematografica migliora esponenzialmente la nostra capacità di istruire l’intelligenza artificiale e le nostre probabilità di ottenere dei grandi risultati. Con un procedimento di tentativi e correzioni si possono già ottenere dei buoni risultati.
E lavorando su video più lunghi, le abilità drammaturgiche saranno un asset essenziale per la produzione di video più densi di informazioni, video che sarà difficile non chiamare “film”.
E no, l’AI non sarà in grado di scriverseli da sola. Oggi non sa nemmeno fornire un riassunto decente della trama di film esistenti. e non potrà migliorare la qualità della scrittura come ha migliorato la qualità dei video. E se anche lo facesse, gli standard che il pubblico si aspetta dalla scrittura sono troppo superiori a quelli fissati per le qualità visuali di un video. L’“abbastanza buono” per la scrittura drammatica è molto la di sopra dell’abbastanza buono per lo sfondo di una piscina in Toscana.
L’AI è una minaccia per le produzioni (che si specializzano nell’esecuzione) e un dono per gli sceneggiatori (specializzati nella creazione). Magari non li chiameremo più sceneggiatori, ma saranno sempre più necessari, a mio avviso sempre più richiesti, sicuramente sempre più indipendenti. Perché adesso nel mondo dell’audiovisivo scrivere equivale a produrre.
Se siete interessati a questi temi, continuate a leggere la newsletter (e presto arriverà anche il post sui road movies, non sarà sempre tutto “scrivere per l’AI”)
Per chi vuole provare a trarre vantaggio da questa rivoluzione tecnologica, questo potrebbe essere il momento ideale per scegliere i servizi di Manuale di sceneggiatura.